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Rionero e dintorni   

storia e altro      

a cura di Franco Pietrafesa

 
 

 

 

 

 

 

 

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Miscellanea

luoghi

 

drétë a Gesëcrístë


 

 

Il tratto di strada che fiancheggia il muro dell’abside della chiesa del Santissimo Sacramento in passato era chiamato comunemente “drétë a Gesëcrìstë”. Il nome è dovuto, forse, al fatto che dall’altra parte del muro, cioè all’interno della navata principale della chiesa, c’è il crocifisso dell’altare maggiore, acquistato nel 1878 per 200 lire. Il posto è caratterizzato anche dalla presenza di una nicchia, scavata nella parete dell’abside citata, in cui sono affrescate “le anime del Purgatorio”. Probabilmente perché al luogo della purificazione erano intitolate le strade tutt’intorno alla chiesa: via del Purgatorio era il nome della strada che corrisponde all’attuale via Cesare Battisti fino a tutta via Plastino; largo Purgatorio si chiamava la piazza oggi intitolata alla Vittoria, mentre via Generale Pennella aveva il nome di rampa Purgatorio. Da antiche carte vescovili risulta, inoltre, che nei primi anni del 1700 la stessa chiesa era intitolata alla Madonna del Purgatorio, prima di prendere il nome di chiesa del Monte dei Morti.

L’affresco delle “anime del Purgatorio” è recente, opera del professor Bruno Di Giacomo che lo ha realizzato tenendo conto dei ricordi personali e di chi aveva memoria del vecchio disegno, completamente andato perduto dopo il terremoto del 1980. Il precedente affresco era stato creato (o ritoccato) da Donato Papa, un pittore rionerese vissuto nella prima metà del Novecento, molto versato nel dipingere immagini sacre, di cui rimangono due importanti testimonianze nella chiesa di Sant’Antonio Abate: l’affresco di Sant’Emidio e quello, appunto, del santo eremita a cui è dedicata la chiesa.