Il tratto di strada che fiancheggia il muro
dell’abside della chiesa del Santissimo Sacramento in passato
era chiamato comunemente “drétë a Gesëcrìstë”. Il nome è dovuto,
forse, al fatto che dall’altra parte del muro, cioè all’interno
della navata principale della chiesa, c’è il crocifisso
dell’altare maggiore, acquistato nel 1878 per 200 lire. Il posto
è caratterizzato anche dalla presenza di una nicchia, scavata
nella parete dell’abside citata, in cui sono affrescate “le
anime del Purgatorio”. Probabilmente perché al luogo della
purificazione erano intitolate le strade tutt’intorno alla
chiesa: via del Purgatorio era il nome della strada che
corrisponde all’attuale via Cesare Battisti fino a tutta via
Plastino; largo Purgatorio si chiamava la piazza oggi intitolata
alla Vittoria, mentre via Generale Pennella aveva il nome di
rampa Purgatorio. Da antiche carte vescovili risulta, inoltre,
che nei primi anni del 1700 la stessa chiesa era intitolata alla
Madonna del Purgatorio, prima di prendere il nome di chiesa del
Monte dei Morti.
L’affresco delle “anime del Purgatorio” è
recente, opera del professor Bruno Di Giacomo che lo ha
realizzato tenendo conto dei ricordi personali e di chi aveva
memoria del vecchio disegno, completamente andato perduto dopo
il terremoto del 1980. Il precedente affresco era stato creato
(o ritoccato) da Donato Papa, un pittore rionerese vissuto nella
prima metà del Novecento, molto versato nel dipingere immagini
sacre, di cui rimangono due importanti testimonianze nella
chiesa di Sant’Antonio Abate: l’affresco di Sant’Emidio e
quello, appunto, del santo eremita a cui è dedicata la chiesa.