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Nel corso dei suoi numerosi viaggi alla guida di spedizioni per lo
studio dei castelli normanno-svevi dell’Italia meridionale, Arthur
Haseloff, primo storico dell’arte del Reale Istituto di Studi Prussiani
di Roma fu varie volte ospite nella casa di Giustino Fortunato a Rionero,
base di partenza per escursioni a Lagopesole, Melfi e in altri luoghi
della zona del Vulture1.
In particolare, la prima volta fu nel mese di giugno 1906, accompagnato
dallo storico dell’arte svizzero Martin Wachernagel e dal pittore
olandese Carl Hradil. In una ventina di giorni la comitiva di studiosi
visitò accuratamente i castelli di Lagopesole e Melfi, quindi si recò a
Rapolla, Monticchio, Venosa, Ripacandida, Atella e nelle campagne
circostanti, alla ricerca di ruderi e di altre testimonianze antiche,
ovunque fotografando e prendendo nota di quanto avevano visto. Haseloff
era anche un ottimo fotografo. Si calcola che nel corso delle sue
missioni nel Sud d’Italia abbia scattato oltre cinquemila fotografie, di
cui circa 4200 sono conservate ancora oggi alla Cristian-Albrechts
Università di Kiel. Tra quelle fotografie, più di 160 riguardano il
cartello di Lagopesole e un centinaio raffigurano Melfi, di cui una
settantina il castello. In totale sono conservate 534 fotografie della
Basilicata2.
È possibile, inoltre, rintracciare qualche fotografia di Haseloff anche
in alcuni archivi privati. Nelle sue escursioni, infatti, lo
accompagnavano spesso le più alte cariche locali che posavano con lui
nelle foto e alle quali mandava le copie una volta sviluppate le lastre
fotografiche a Roma. Sono note, per esempio, le fotografie fatte ad
Atella conservate nell’archivio di Michele Saraceno, che nel 2001 ha
pubblicato un libretto proprio sul soggiorno a Rionero di Haseloff del
giugno 1906 con alcune lettere dello studioso tedesco a Giustino
Fortunato conservate a Napoli presso la Società di Storia Patria3
. A noi, invece, sono giunte due fotografie originali della visita di
Haseloff ai resti della chiesa e del castello di Agromonte, già
pubblicate nel 1991 insieme a due piantine anonime del 19074.
Recentemente abbiamo acquisito, invece, una lettera di Vito Bochicchio
di Lagopesole a Giustino Fortunato in cui si fa riferimento a quelle
piantine e alla visita di Haseloff ad Agromonte. C’è scritto, tra
l’altro: “… mi permetto inviarle uno schizzo della chiesa di Agromonte e
uno del Castello, gentilmente favoritomi dal signor Croce, il quale la
saluta cordialmente”. E più avanti: “Il professor Haseloff di ritorno
dalla chiesa e castello di Agromonte insieme a noi, facendo una sosta
alla Scalera, dove ci offrirono uova e vino, fece alcuni gruppi a
famiglie di contadini. Questi ogni volta che mi vedono mi domandano di
vedere quei ritratti. Sarebbe possibile mercè l’intervento suo avere
qualche copia per darla a quei contadini?”
Quei ruderi sono ancora oggi visitabili, sulla collinetta che sovrasta
la fontana Spacciaboschi, lungo la strada provinciale 75 che da Scalera
porta a Dragonetti, in un terreno incluso nella riserva antropologica
Agromonte Spacciaboschi dell’Azienda di Stato per le foreste demaniali5.
1Su Arthur
Haseloff esiste una vasta bibliografia in tedesco e in italiano.
Per i suoi studi in Basilicata e nel Vulture si vedano in
particolare S.Fulloni,Il progetto di Hartur Haseloff sui castelli normanno-svevi
(1905-1915), in “Archivio Storico per la Calabria e la
Lucania”, a.LXXI (2004), pp.127-146;
C.D.Fonseca,Eduard Sthamer, Arthur Haseloff e la Basilicata, Bari, 2000
2S.Fulloni,
op.cit., pp.143-144.
3M.Saraceno,
Arthur Haseloff a Rionero nel 1906. Gli amici tedeschi
e francesi di Giustino Fortunato, Rionero, 2011.
4F.Pietrafesa,
Agromonte ritrovato, in “Radici, rivista lucana di
storia e cultura del Vulture”, n.8 (luglio 1991), pp.105-108.
5Cfr.
anche Riserva antropologica Agromonte Spacciaboshi in
www.prolocofiliano.it.